Analisi dell'opera

Dipinto ad olio su tela raffigurante: “Conversione di Santa Caterina d'Alessandria - Un frate dona una Santa Immagine mariana a due donne”. (cm.166,5x120).

Luciano Borzone (Genova 1590 – 1645).

La riscoperta della figura artistica di questo importante pittore genovese è avvenuta in tempi relativamente recenti (Manzitti 1969) nonostante le lusinghiere parole del Soprani (1674, pp.179-185) che lo descriveva come "pittore e poeta vivacissimo", stimato negli ambienti letterari, nonché da artisti quali Orazio Gentileschi e Guido Reni; "nella professione di ritrattista egli era il più insigne, e rinomato, che fosse a' suoi tempi nella nostra città" (Soprani). Fu amico di Giovan Battista Paggi e del grande musicista Chiabrera. Fu consigliere artistico di Gio Carlo Doria, suo mecenate, che accompagnò nel 1614 a Milano per consigliarlo sull’acquisto di alcuni quadri. Fu lì che ebbe l’occasione di conoscere la “nuova” pittura milanese ad opera del Cerano e di Giulio Cesare Procaccini. Una sua importante opera è conservata al Museo civico di Savona.

L'opera in perfetto stato di conservazione, circostanza molto rara per le opere di questo pittore, ci permette di apprezzare i virtuosismi pittorici come la preziosità e il lavorio a "punta di pennello" con cui l'artista descrive l'abito della donna così come il frutto, forse un melograno, che ruzzola dalla borsa impagliata del frate.

La rarità del soggetto iconografico prescelto non stupisce, anzi svela un fascino iconografico particolarissimo, in quanto Borzone era solito prediligere passi colti e inusuali, certamente dettati dalla sua vasta passione erudita, che si traduceva, come in questo caso, in narrazioni visive insolite.

La tela raffigura l'antefatto alla Conversio di SAnta Caterina d'Alessandria: La giovane aveva rifiutato numerosi pretendenti apparteneti alle più facoltose famiglie dell'epoca, sostenendo che avrebbe sposato unicamente l'uomo che l'avrebbe superata in bellezza, saggezza e ricchezza. La madre le suggerì di andare a parlare con il suo padre spirituale, un eremita che trascorreva una vita di preghiera nella solitudine di una caverna. Dopo aver ascoltato Caterina, l'asceta disse di conoscere un Uomo la cui bellezza era più radiosa del sole, la cui saggezza governa tutto il creato e la cui ricchezza si estende al mondo intero. La descrizione dello sposo celeste produsse nell'anima della giovane donna un ardente desiderio di conoscerlo. Prima di salutare Caterina, il frate le donò un'icona raffigurante la Madre di Dio che tiene tra le braccia Gesù Bambino ed esortò la giovane a pregare con fede la Regina del Cielo affinchè le mostrasse il proprio Figlio. La vicenda qui raffigurata costiutuisce quindi l'antefatto al "Matrimonio mistico", a cui Caterina sarà chiamata proprio grazie all'estasi conseguente i momenti di meditazione passati davanti all'Icona.

 

Il dipinto è stato premiato dal Direttore del Museo dell'Accademia Ligustica di Genova in occasione della Mostra di Antiquariato "ANTIQUA 2014"

Esposizioni: Palazzo Lomellino di Strada Nuova, via Garibaldi n.7 - Genova 18 dicembre 2015 - 28 febbraio 2016

Pubblicato su: Luciano Borzone 1590 - 1645, Sagep 2015 - tavola a colori a piena pagina (tav. XIII - pg.126), pgg.174-175,

Luciano Borzone, pittore vivacissimo nella Genova di primo Seicento, Sagep 2015 -

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