Analisi dell'opera

Cassettone con cassa nuziale.
1723 circa.

Provenienza: Villa d'Agliè, Torino
(già proprietà del Duca Carlo Emanuele I. Già proprietà della Principessa Dal Pozzo della Cisterna. Già proprietà di Benedetto Maurizio Duca del Chiablese, figlio del Re Carlo Emanuele III)

 

Luigi Prinotto (Torino 1685-1780).

Lastronato in ulivo, palissandro e radica di olmo, intarsiato a motivi ornamentali con sui fianchi il tipico motivo a nastri e losanga. Sul fronte intarsio in avorio raffigurante: "Scena con contadini". (h.cm.130x95x61). Il mobile fu concepito come cassone nuziale dono agli sposi per suggellare importanti unioni matrimoniali.

Luigi Prinotto divenne Maestro Ebanista nel 1712 e dal 1721 rivestì la carica di Ebanista di Corte. Sue opere furono commissionate ampiamente dal Re Vittorio Amedeo II e da Carlo Emanuele III per arredare Palazzo Reale, La Palazzina di caccia di Stupinigi, e la Reggia di Veneria Reale. Le sue opere furono molto richieste anche dalla più alta nobiltà di Corte. Molte sue opere un tempo assegnate al suo antagonista Pietro Piffetti, oggi gli sono state in molti casi riassegnate.

Lo stile del Prinotto è di solito ridondante di intarsi in avorio, ciononostante al Castello di Guarene si conservano i documenti datati 1723 nel quale viene commissionato un cassettone con cassa nuziale, uguale nell'impianto e molto simile nelle tarsie in legno e nell'intarsio in avorio al nostro.


Esposizioni: Mostra del Barocco Piemontese, 1963.

Pubblicazioni: Mostra del Barocco Piemontese, Vol.I, Architettura e Scenografia. Tav.61

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